Come l’ansia influisce sulla gestione dei nostri risparmi

Ansia e risparmi

Il circolo vizioso tra ansia e risparmi

di Anna Fata

In un’epoca di incertezze economiche, crisi industriali, aumento della disoccupazione, problemi ambientali, sociali, sanitari si tende a evitare le spese superflue. La quota destinata al risparmio aumenta perché non si può sapere che cosa potrebbe accadere soprattutto nel breve, medio termine, oltre che lungo, tale per cui si desidera evitare di farsi trovare impreparati di fronte agli imprevisti.

Accumulare delle risorse economiche, poche o tante che possano essere, può aiutare a creare una sensazione di maggiore controllo, sicurezza, prevedibilità in un contesto personale e ambientale tutt’altro che sicuro o prevedibile.

L’ansia e la tendenza al risparmio

Un recente rapporto Censis delinea una Italia e la sua popolazione sempre più in preda ad ansia, paura, sindrome post traumatica da stress, paura, pessimismo, sfiducia.

Pare che il consumo di farmaci contro i sintomi legati all’ansia tra il 2015 e il 2018, misurato in dosi giornaliere per 1.000 abitanti, sia aumentato del 23% e gli utilizzatori siano 4,4 milioni, cioè 800.000 di più di tre anni fa.

Una tra le tante reazioni che derivano da questo delicato e complesso clima emotivo socio individuale vi è anche la corsa alla liquidità che registra un +33,6% di contante e depositi bancari nel decennio 2008-2018 (contro il -0,4% delle attività finanziarie complessive delle famiglie), nell’ipotesi che possa esistere un legame profondo con il contante che rinvia alle sue valenze psicologiche, oltre che funzionali.

Cos’è l’ansia

L’ansia è l’anticipazione apprensiva di un pericolo o di un evento negativo futuro, accompagnata da sentimenti di disforia o sintomi fisici di tensione. Gli elementi di rischio possono essere sia del mondo esterno, sia interno.

A differenza della paura, che è funzionale ad affrontare un pericolo immediato e concreto, l’ansia ha un carattere di previsione di un evento futuro che potrebbe accadere o meno.

Esiste altresì una forma di ansia fisiologica cioè una reazione emotiva, psicologica, corporea che sorge come reazione alle quotidiane situazioni di vita. Si tratta di ansia moderata, di breve durata che rappresenta una forma di adattamento alle circostanze (es. un esame, un colloquio di lavoro, una proposta di matrimonio, ecc.). Si caratterizza per: aumento di concentrazione, attenzione, allerta, tensione muscolare, aumento della pressione, del battito cardiaco, ipersecrezione gastrica.

Quando la situazione scatenante è troppo intensa o perdura nel tempo l’ansia diventa patologica e provoca la caduta delle prestazioni intellettive, memoria, concentrazione, attenzione, eloquio, e altri sintomi corporei.

Quando l’ansia supera i limiti giustificati da una situazione si parla di Disturbo di Ansia.

Se non trattata tempestivamente l’ansia può cronicizzarsi e dare luogo a diversi altri disturbi: respiratori, cardiaci, gastrointestinali, ipertensione, depressione, disturbi bipolari. Anche il resto della vita quotidiana, personale e professionale, in molti casi rischia di essere intaccata da questa complessa dinamica di disturbi che coinvolgono mente, corpo, comportamenti.

La relazione tra ansia e decisioni finanziarie

L’ansia può intaccare negativamente l’intero rapporto che abbiamo col denaro, le decisioni di spesa, accantonamento, consumo. Ci toglie lucidità mentale, ci rende più emotivi, istintivi, irrazionali, a volte affrettati, altre più titubanti e lenti nelle scelte.

Paradossalmente nella gestione del nostro portafoglio l’ansia genera ansia in quanto ci induce a decidere e comportarci proprio nei modi più disfunzionali sul piano economico che contribuiscono a perpetrare questo faticoso e pesante stato d’animo.

Per risparmiare efficacemente del denaro è necessario essere metodici, lucidi, sistematici, ben organizzati. Alcune ricerche condotte da Richard B. McKenzie e Dwight R. Lee hanno evidenziato che il reddito di una persona è solo scarsamente correlato alla possibilità di risparmiare denaro, mentre invece tale propensione va strettamente a braccetto con delle dinamiche psicologiche ben più profonde.

L’ansia, nello specifico, può essere altamente disfunzionale rispetto all’attività del risparmio. Anche se si attraversa un periodo sociale e/o individuale di incertezza, che di solito va di pari passo con un aumento della propensione al risparmio, le persone ansiose faticano a risparmiare. Al contrario, coloro che sperimentano meno sintomi ansiosi riescono ad accantonare più denaro.

Nello specifico si è riscontrato che le persone ansiose fanno più fatica a progettare come spendere i soldi, a monitorare l’andamento del loro flusso monetario, e in generale a stabilirsi degli obiettivi che comprendono il risparmio. Inoltre, si è riscontrata una maggiore difficoltà a onorare gli impegni economici presi, e una propensione a raggiungere più frequentemente il limite del tetto di spesa mensile della carta di credito.

Risparmiare come terapia all’ansia

Essere costantemente sull’orlo della bancarotta finanziaria, come può essere facilmente intuibile, non genera una sensazione di pace e di tranquillità, ma contribuisce ad accentuare l’ansia che in molti casi è già ampiamente presente.

D’altra parte si è visto anche che risparmiare denaro può comportare degli effetti benefici sull’ansia contribuendo a rendere più sicura e prevedibile la situazione presente e futura. Inoltre, sembra che risparmiare denaro possa avere anche un vero e proprio effetto protettivo sul piano psicologico. Esso pare possa accrescere il senso di controllo, padronanza, possibilità, speranza, determinazione, autostima permettendo una maggiore capacità previsionale per il tempo che verrà.

Risparmiare in senso ampio può comportare un senso di investimento sul futuro e la possibilità di coltivare un maggiore benessere.

Come risparmiare e ridurre l’ansia

Per poter infrangere il circolo vizioso che lega ansia e difficoltà di risparmio è possibile applicare quattro semplici strategie:

  1. poiché si è visto che le persone ansiose tendono maggiormente a stabilire degli obiettivi più che legati al conseguire qualcosa, ad evitarlo, e risparmiare rientra invece nella prima categoria, potrebbe essere opportuno legare questo traguardo a qualcosa di concreto e incentivante, magari nel lungo termine, come ad esempio l’educazione universitaria per i figli, l’acquisto di una nuova e più ampia casa, che possono motivare, spronare, giustificare e ripagare dell’impegno nel breve e medio termine e creare una sorta di incentivo mentale in itinere
  2. le persone ansiose sembrano che siano mediamente più inclini anche a lavorare su una progettualità e pianificazione legate all’evitamento più che al conseguimento di qualcosa. Esse, infatti, tendono a privilegiare un approccio basato sullo stare sulla difensiva, sulla sicurezza, più che sul rischio. Ridefinire cognitivamente il senso del risparmio come modo per evitare conseguenze negative, e coltivare le emozioni positive associate, quindi, può essere utile per accentuare questa inclinazione.
  3. sembra che sia più probabile che si decida di risparmiare quando si pensa in senso ampio, astratto, che non in termini più precisi e concreti. Ad esempio, quando si pensa all’obiettivo di una vacanza in generale e non una specifica in un luogo, tempo, modalità ben definita. Gli ansiosi tendono a privilegiare proprio il pensiero astratto per cui sarebbe opportuno fare leva su questa propensione naturale che di suo sembra agevolare l’accantonamento.
  4. infine, l’uso sempre più diffuso di carte di pagamento, prepagate, di credito, tramite smartphone, ecc. sta contribuendo a dematerializzare qualcosa che ha un forte valore emotivo e simbolico, anche il controllo che ne deriva si sta riducendo drasticamente. E’ molto più facile rispetto al passato effettuare spese irrazionali, immotivate, non strettamente essenziali o sbagliate. Questa nuova abitudine sempre più di uso diffuso e comune è particolarmente evidente nelle persone ansiose che si ritrovano spesso ben prima delle fine del mese con un limite di spesa già raggiunto, diventando ancora più ansiose rispetto alle necessità di fronteggiare concretamente le necessità dei restanti giorni. Per evitare questo e coltivare maggiormente la tendenza al risparmio si possono privilegiare le valute materiali che maggiormente permettono di toccare con mano la situazione finanziaria corrente e decidere deliberatamente di inserire una quota giornaliera in un salvadanaio o cassaforte dove vedere e toccare con mano periodicamente il frutto del proprio operato.

Il rapporto con i soldi: a ciascuno il suo

Per concludere: non esiste una ricetta perfetta per poter gestire le proprie finanze, ciascuno dovrebbe poter sperimentare diverse modalità al fine di trovare quella più consona alle proprie esigenze, obiettivi, inclinazioni, personalità. Con maggiore consapevolezza, tuttavia, attenzione, determinazione, volontà è possibile modificare le proprie abitudini, giorno dopo giorno, al fine di essere più sereni, sicuri, non solo su un piano strettamente concreto, ma anche e soprattutto cognitivo ed emotivo.

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