Come evitare che il panico ci induca ad acquistare troppo

Panico e Shopping

Perché ansia e panico sono sempre cattivi consiglieri

di Anna Fata

Ansia, panico, stress: espressioni sempre più comuni, diffuse e pronunciate da molti di noi, specie in tempi contemporanei di crisi economica, politica, professionale, sanitaria, ecologica. Oltre ai piccoli e grandi eventi negativi e sfidanti che costellano le nostre singole vite, si assommano e si intrecciano i fatti locali, nazionali, internazionali che minano gli equilibri globali e che possono arrivare a interferire anche con la nostra quotidianità.

Tutto questo clima sempre più minaccioso, faticoso, preoccupante quasi inevitabilmente ci tocca sul piano mentale ed emotivo e, tra le altre cose, può accentuare le nostre predisposizioni a stress, ansia, panico, o farli sorgere come conseguenza diretta di ciò che si sta affrontando con ripercussioni sulla intera salute psicofisica, anche gravi, soprattutto se molto intense e protratte nel tempo.

Cosa sono ansia, panico, stress

L’ansia, meglio definita come sindrome ansiosa, è un disagio psicologico caratterizzato da angoscia, spesso accompagnata da sintomi fisici. Può declinarsi in tre sindromi principali:

  1. Ansia acuta (disturbo da attacchi di panico)
  2. Ansia cronica (o disturbo d’ansia generalizzata)
  3. Ansia causata da un evento stressante o traumatico.

Esiste altresì una forma di ansia fisiologica cioè una reazione emotiva, psicologica, corporea che sorge come reazione alle quotidiane situazioni di vita. Si tratta di ansia moderata, di breve durata che rappresenta una forma di adattamento alle circostanze (es. un esame, un colloquio di lavoro, una proposta di matrimonio, ecc.). Si caratterizza per: aumento di concentrazione, attenzione, allerta, tensione muscolare, aumento della pressione, del battito cardiaco, ipersecrezione gastrica.

Quando la situazione scatenante è troppo intensa o perdura nel tempo l’ansia diventa patologica e provoca la caduta delle prestazioni intellettive, memoria, concentrazione, attenzione, eloquio, e altri sintomi corporei.

Gli attacchi di panico si manifestano con la comparsa improvvisa, violenta, inattesa di sensazioni di angoscia, terrore, sintomi corporei (palpitazioni, soffocamento, svenimento, sudorazione, vampate di calore, dolore toracico).

La massima intensità delle manifestazioni si raggiunge in circa 10 minuti per poi regredire in pressappoco 20-30 minuti. Ne consegue una profonda spossatezza.

Infine, lo stress è una risposta psicofisica dell’organismo di fronte a delle situazioni che per la nostra mente e il nostro corpo sono eccessivi e si verifica più frequentemente di quanto crediamo. Se non adeguatamente trattato lo stress da episodico può diventare cronico. Lo stress cronico può degenerare e predisporre all’ansia, alla depressione, all’insonnia, ai disturbi cardiovascolari, infarto, ictus, all’impotenza, al burn out professionale.

Esiste altresì una forma di stress, detto eustress,  che rappresenta una risposta ad una situazione che viene percepita come sfida appagante, eccitante, stimolante in senso costruttivo, che attiva l’organismo a reagire in modo da ottimizzare le performance, che si differenzia dallo stress vero e proprio, detto anche distress, come siamo solito conoscerlo in quanto forma di disagio.

Quando le stimolazioni interne e/o esterne vanno oltre le possibilità di tolleranza individuale, variabili da persona a persona e nello stesso individuo a seconda dei momenti, luoghi, circostanze di vita, si possono manifestare reazioni stressanti, ansiogene o di panico che si declinano anche in pensieri, decisioni, comportamenti disfunzionali potenzialmente in ogni sfera esistenziale, compresa quella dei comportamenti di acquisto.

Perché il panico, ansia, stress ci stimolano ad acquistare troppo

Esistono delle specifiche ragioni psicologiche che tendono a spingerci ad acquisti eccessivi quando viviamo sensazioni di ansia, stress, panico:

1. Per assicurarci i beni essenziali per l’immediato futuro

Quando siamo nel mezzo di una situazione minacciosa che non conosciamo minimamente, che non abbiamo mai vissuto neanche lontanamente prima, in cui non sappiamo come comportarci, né se, come, quando, dove essa stessa evolverà come può essere ad esempio una catastrofe naturale, economica, umanitaria, tendiamo a ritornare all’essenziale e a ciò che secondo noi potrebbe garantirci la sopravvivenza materiale.

Per questo motivo diventa quasi una scelta logica e razionale fare scorta di cibi e tutto quello che eventualmente può servire per fronteggiare agevolmente la nostra quotidianità non solo nel breve periodo, ma anche e soprattutto nel medio e lungo termine.

In realtà, quello che conta non è tanto la minaccia reale, concreta, ma la percezione che ciascuno di noi ha di essa. Ad essa si assomma e si intreccia la percezione sociale, che si diffonde e si trasmette a sua volta e si sovrappone a quella del singolo. Questa complessa miscela tende ad indurci ad acquisti compulsivi più legati all’onda emotiva che non a motivazioni realmente logiche e razionali.

2. Per alleviare ansia, stress, panico e riprendere il controllo sulla vita

Contrariamente a quello che si potrebbe pensare, i momenti di maggiore ansia, stress, tensione non si verificano in concomitanza con un evento minaccioso, ma nel periodo circostante ad esso.

Incertezza, confusione, smarrimento, scoramento di fronte al nuovo, all’imprevisto, possono essere ben più devastanti e invalidanti della reale minaccia concreta sul piano fisico. In tali circostanze la tranquilla routine della quotidianità, le nostre abitudini, i nostri schemi di pensiero e di azione possono venire anche ingentemente forzati a cambiare per adattarsi alle nuove circostanze.

Non tutti abbiamo la stessa flessibilità interiore e le medesime capacità di adattamento. Per tale motivo, reazioni di ansia, stress, panico non sono infrequenti. Il senso di mancanza di controllo che ne deriva può essere molto faticoso da sostenere. Se poi anche le relazioni sociali vengono compromesse, si sbriciolano, ci fanno precipitare in una bolla di isolamento i vissuti che ne derivano possono essere difficilmente sopportabili.

Per tale motivo lo shopping compulsivo e frenetico sembra rappresentare una facile e veloce via di uscita a questi vissuti così faticosi da sostenere. Gli oggetti diventano qualcosa su cui si può tornare ad esercitare un minimo controllo, nel numero, quantità, qualità, circostanze di acquisto, possesso, consumo. Essi offrono una illusione di controllo su esistenze che stanno invece sfuggendo completamente di mano.

Questa abitudine, però, espone a sua volta ad ulteriori rischi di scelte disfunzionali e accentuato rischio di perdita del controllo, con spese ben oltre le proprie possibilità, con scorte che non si sa dove stipare, con oggetti che magari si buttano o si regalano perché inutili o ammalorati, all’ulteriore isolamento sociale, causato dal tempo e dalle energie che si devolvono in tale direzione, a discapito delle relazioni, con la frequentazione di luoghi caotici e affollati che non fanno altro se non accentuare lo stress e la tensione interiore.

3. Per rispondere al panico altrui

Le reazioni emotive sono quanto di più contagioso possa esistere tra le esistenze umane. In modo spesso sottile, impercettibile e in ampia parte inconsapevole dilagano, anche assai rapidamente prima che se ne riesca a prendere consapevolezza e, almeno potenzialmente, porre un freno.

In particolare, quando si verificano manifestazioni di ansia e panico tendiamo inconsciamente a simulare e mimare i comportamenti e le stereotipie altrui, che a loro volta contribuiscono ad alimentare dei vissuti interiori di disagio.

Anche in economia è noto questo fenomeno e si definisce “comportamento del gregge”, in cui, al pari degli animali che in gruppo cercano di sfuggire ai predatori, ogni individuo minimizza il pericolo per sé scegliendo la posizione e il comportamento che lo tiene il più possibile al centro del gruppo. Secondo  William Donald Hamilton, autore di “Geometria del gregge egoista”, il gregge in tali circostanze sembra agire come un tutt’uno, con un comportamento che è il frutto di quelli coordinati di individui che agiscono egoisticamente.

Follie, mode, isteria possono così dilagare in modo repentino e incontrollato, anche se, in realtà, hanno ben poco di illogico o irrazionale, ma sono il frutto di movimenti innescati da capi molto influenti e carismatici.

In ogni caso, il risultato è costituito da decisioni e azioni che possono essere assai deleterie, soprattutto laddove comportano aspetti economici.

Ad esempio, in un momento di scarsità di alcuni beni di prima necessità, come nel caso di una emergenza sanitaria, di una catastrofe natuarale, di una crisi mondiale, è possibile che, vedendo scaffali semi vuoti, persone che riempiono spasmodicamente i loro carrelli della spesa, si possa essere indotti a fare altrettanto.

Il pensiero sottostante, e il relativo atteggiamento, non appare giustificato dalla necessità e dall’utilizzo immediato o quasi dei beni, ma dal fatto che tutti attorno sembrano agire in tal modo e che non lo si fa a propria volta, magari nell’immediato futuro potrebbe non essere più possibile. Questa convinzione contribuisce ad alimentare l’eccesso di acquisti, l’accumulo, magari anche l’indebitamento o il dissesto finaziario e magari anche l’avaria o lo spreco di quanto acquistato.

4. Per rispondere ad una presunta scarsità futura

Alla luce di quanto esposto finora, abbiamo compreso che, più che la realtà concreta, quello che conta è la sua effettiva percezione. La dimensione interiore, le circostanze esterne, le reazioni altrui possono condizionare fortemente le nostre percezioni del mondo, e di riflesso le emozioni, i pensieri, le decisioni, le azioni.

Ad esempio, quando un bene o servizio è scarso, il suo valore ercepito aumenta. Ad esempio, se mediamente possiamo essere disposti a spendere 3-4 euro per una bottiglia di vino da tavola, in tempo di penuria possiamo anche essere propensi a spenderne il doppio per accaparrarci le ultime due bottiglie.

Questa logica si può applicare verosimilmente a qualsivoglia bene o servizio. Anche se i responsabili dei punti vendita si sforzano in tutti i modi di riempire il più possibile e velocemente i loro scaffali, a volte non riescono nell’intento sia a causa della velocità con cui vengono depredati, sia della lentezza con cui arrivano i nuovi rifornimenti. Questo contribuisce ad accrescere il senso di ansia e panico dei consumatori.

In conclusione: gli acquisti eccessivi dettati da vissuti di ansia e panico sono fenomeni molto complessi, multifattoriali e delicati innescati da una lunga serie di processi motivazionali e psicologici. La stessa veriabilità e intreccio di elementi individuali, sociali, ambientali, temporali può comportare infinite alchimie che di volta in volta vanno comprese, gestite e, auspicabilmente, risolte.

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