Come il denaro può acquistare la felicità

Come il denaro può acquistare la felicità

3 Idee per una perfetta lista di shopping

di Anna Fata

Oggi viviamo sempre più in una società in cui il consumismo sembra rappresentare il padrone supremo delle nostre scelte e comportamenti. Tutto sembra che possa avere un prezzo, che si possa acquistare, consumare, riciclare, rivendere o cestinare. Al limite estremo, in molti casi anche nelle relazioni ci comportiamo con la medesima logica.

Tutto questo ha contribuito a renderci più felici? Il denaro può acquistare un po’ di felicità? Per quanto tempo può durare? Se e quali acquisti, eventualmente, possono aiutarci ad essere un po’ più felici?

Di questo e molto altro la psicologia economica ha cercato di interrogarsi e dare risposte negli anni.

Come creare una lista di shopping che ci renda felici

Se è vero che ciò che veramente può renderci più felici nel profondo in modo più duraturo, in realtà, non ha prezzo né si può acquistare, almeno in piccola (o a volte grande) parte l’esperienza di acquisto può contribuire ad apportare un po’ di gioia e soddisfazione nelle nostre esistenze.

Non tutti gli acquisti, però, sono in grado di sortire i medesimi effetti.

A seguire, 3 idee per creare una lista di shopping che possa aumentare un po’ la nostra felicità:

1. Acquistare benessere

Secondo una ricerca di Lara Aknin e Colleghi pubblicata su Social e Personality Psychology Compass la relazione tra denaro e felicità è molto complessa. Non solo esiste una relazione tra il nostro reddito e il relativo benessere emotivo, ma quest’ultimo viene anche influenzato dalle nostre scelte di acquisto quotidiane.

Affinché gli acquisti possano permettere anche al nostro stato d’animo di beneficiarne pare che sia consigliare investire il proprio denaro non in oggetti, ma in esperienze. Le esperienze, infatti, in linea di massima hanno una maggiore componente sociale, coinvolgono amici, parenti, persone care capaci di soddisfare i nostri bisogno di base di amore, calore, accoglienza, vicinanza.

Al contrario il possesso di oggetti spesso si consuma in solitudine.

Inoltre, l’acquisto di esperienze ci permette maggiormente di dare voce e forgiare la nostra identità, di esprimere noi stessi, di costruire le nostre storie. Le stesse condivisioni di pensieri e fotografie sui social network, ad esempio, sembrano generare maggiore gioia quando raffigurano l’acquisto e la condivisione di esperienze più che degli oggetti.

Non tutte le esperienze, però, sortiscono i medesimi effetti. Alcune vengono vissute in solitudine. In questi casi il livello di felicità a cui possono dare luogo pare essere inferiore a quelle condivise.

Condividere esperienze sembra essere molto più agevole e fruibile per tutti, soprattutto per quanto attiene alla piccola quotidianità. In tali casi i costi possono essere molto contenuti, ma gli effetti comunque positivi per l’umore.

Le esperienze particolarmente straordinarie, d’altro canto, anche se possono suscitare grande gioia e coinvolgimento, magari non sono accessibili a tutti e come tali non sono socialmente condivisibili. La mancata condivisione, però, diminuisce la gioia ne potrebbe derivare. Meglio quindi, forse, privilegiare le piccole esperienze, ma più frequenti, accessibili a molti e condivisibili, che non quelle grandi, più sporadiche, costose e non fruibili da tutti e come tali meno o affatto condivisibili.

2. Spendere denaro per acquistare tempo

Il tempo è denaro, recita un noto motto popolare. In ampia parte questa affermazione può contenere un fondo di verità, soprattutto se ricopriamo mansioni alto manageriali, veniamo pagati a cottimo, svolgiamo una professione in cui più produciamo, più guadagniamo.

Quando, però, lo stipendio è fisso e non prevede alcun tipo di incentivo per il lavoro extra che magari si svolge, quando il sovraccarico di lavoro, anche ben pagato, sottrae molto tempo per tutto il resto della vita che ci rende felici, in primis le relazioni, forse non sempre può essere conveniente barattare il proprio tempo con maggiore denaro, perché di per sé potrebbe non renderci più gioiosi.

Il denaro non permette di acquistare l’amore, ma consente di acquisire tempo da investire con le persone care. Sebbene il tempo e il denaro siano risorse finite, secondo la ricerca di Aknin e Colleghi, le persone che danno più valore al tempo rispetto al denaro sono più felici.

Nello specifico, in base a precedenti ricerche, sono stati osservati due gruppi di persone nel corso di una fine della settimana. Un gruppo effettuava degli acquisti per risparmiare del tempo, come ad esempio ingaggiare un dog sitter, una donna per le pulizie, o comprare un pasto già pronto. L’altro gruppo era impegnato nell’acquisto di beni materiali, tra cui verdure, deodoranti per l’aria, un libro. Il primo gruppo è risultato più felice del secondo.

Utilizzare il denaro per risparmiare tempo non solo rende più felici, ma contribuisce anche a ridurre lo stress e nel complesso a promuovere un senso generale di benessere.

3. Concedersi delle gratificazioni

Le emozioni e le sensazioni che lo shopping ci può arrecare dipendono molto da come lo interpretiamo. I sensi di colpa, i rimorsi, i ripensamenti, sentire di non meritarselo possono rendere lo shopping una esperienza piuttosto negativa, soprattutto a posteriori.

Al contrario, quando sentiamo di meritarcelo, quando sentiamo che stiamo esprimendo noi stessi, quando avvertiamo che è il frutto di una scelta libera e personale i livelli di benessere e felicità possono aumentare.

Spendere per gli altri, ancora più se acquistando esperienze da condividere più che oggetti materiali, fare beneficenza possono renderci più felici rispetto al fare acquisti solo per noi a patto che questa scelta derivi da un moto interiore libero e autentico e non si il frutto di forzature esterne, sensi di obbligo, costrizioni, o colpa.

La generosità per obbligo non sembra nutrire la felicità.

A volte, però, può essere molto gratificante anche spendere per se stessi, a patto che lo interpreti come qualcosa che ci si merita, di cui si è degni e che si sente di essersi guadagnati. In pratica, a volte anche noi a pieno titolo ci possiamo concedere dei premi, dei riconoscimenti e essere felici per questo. Lo shopping effettuato con questo stato d’animo pare essere in gradi di renderci molto felici.

In conclusione, anche se la relazione tra denaro, shopping e felicità in molti casi è assai complessa, multideterminata e personale, disporre di adeguate quantità di soldi per vivere soddisfare le nostre necessità di base e anche qualche sfizio ogni tanto può contribuire a porre le basi per una parte della nostra felicità. Come viviamo queste esperienze, se sappiamo utilizzare i soldi e lo shopping per accrescere il benessere nostro e altrui può essere il frutto delle nostre scelte consapevoli rispetto alle quali abbiamo un discreto margine di possibilità di cambiamento e di azione.

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