Shopping compulsivo: come evitare che panico ci renda più poveri

Sovra Shopping

4 Fattori che possono scatenare il panico da sovra shopping

di Anna Fata

La maggior parte delle nostre decisioni e azioni scaturisce da una emozione. Le emozioni rappresentano una riserva energetica che ci spinge al movimento. Solo successivamente, con il sorgere della consapevolezza, almeno nella migliore delle ipotesi, ci rendiamo conto di ciò che abbiamo compiuto e tentiamo di razionalizzarlo.

Quando le emozioni sono molto intense, pervasive, quando dilagano non solo a livello individuale, ma anche e soprattutto sociale, assommandosi e intrecciandosi con le nostre personali, possono dare luogo a reazioni estreme, affrettate, totalmente illogiche, irrazionali.

Esse diventano più frutto di un istinto, una emozione, che non di una motivazione ben ponderata e concreta. Questo è il caso, ad esempio, degli acquisti smodati, frenetici, compulsivi, eccessivi determinati da ansia, panico, stress che ledono l’anima, il portafoglio e magari ci riempiono di oggetti o servizi che mai utilizzeremo, di cui ci dimenticheremo, che regaleremo o butteremo via perché ammalorati o avariati.

4 Fattori che possono scatenare il panico da sovra shopping

Esistono dei fattori psicologici che le ricerche scientifiche in particolare, tra i tanti, hanno individuato come causa scatenante di sovra shopping compulsivo:

1. Gli acquisti indotti dal panico non sono programmati

In genere le manifestazioni di panico sono improvvise, non programmate, destabilizzanti, devastanti. Quando degli eventi o circostanze esterne determinano in più persone delle reazioni di panico sembra che tutti intorno vivano le medesime sensazioni e reagiscano in modo simile per cercare di tenere sotto controllo tali reazioni.

Se, ad esempio, il panico da terremoto o tornado imminente conduce molte persone nei supermercati a fare scorta dei beni di prima necessità per poter sopravvivere alla catastrofe incipiente, a nostra volta si sarà indotti a fare altrettanto.

La semplice visione del prossimo scatena l’imitazione e il modellamento di simili comportamenti, contribuendo ad accentuare ulteriormente i vissuti interiori che li hanno innescati da principio.

Se poi la situazione che si sta vivendo è del tutto nuova, imprevista o imprevedibile, ricalcare le reazioni altrui può essere rassicurante e conferire l’illusione di ritrovare un po’ di controllo sulla propria esistenza.

2. Gli acquirenti sull’onda del panico riempiono all’estremo i loro carrelli

Quando si è nel panico si cerca rassicurazione, per lo più impropriamente, nella concretezza e in ciò che, almeno all’apparenza, ci conferisce l’illusione di maneggevolezza, padronanza, controllo. Inoltre, la sensazione che la stessa sopravvivenza viene messa in discussione vi è un ritorno massiccio e repentino a tutto ciò che si ritiene di vitale importanza per la sopravvivenza.

Ecco perché le prime realtà che vengono prese di assalto sono proprio i supermercati, gli ipermercati, i discount e ancora più i loro beni primari. Tali oggetti attengono non solo al consumo nell’immediato, anche anche nel medio e lungo termine, come può accadere con gli inscatolati, i sotto olio, sotto aceto, sotto vuoto, o i surgelati.

3. I clienti in preda al panico acquistano indiscriminatamente sulla base della disponibilità

Quandosi è in preda al panico si tende ad acquistare in base a ciò che è disponibile e non a seconda di ciò che si necessita o del prezzo. Quando ci si trova in condizioni di percepita emergenza, i supermercati si riempiono all’inverosimile, gli scaffali si svuotano all’istante, nonostante i solleciti tentativi di riempirli da parte degli addetti ai lavori, le persone si accalcano, arrivando persino a litigare e strapparsi reciprocamente dalle mani gli ultimi pezzi disponibili.

Vedere queste scene non fa altro se non aumentare il senso di fretta, urgenza, imminente pericolo e con esso ansia e panico che inducono a emulare tali atteggiamenti di accaparramento indiscriminato e abbondante. La ragione e la logica degli acquisti viene sostituita totalmente da decisioni basate su istinti del momento, per lo più ispirati al senso di sopravvivenza che si sente minacciato.

In tali circostanze si arraffa tutto ciò che è a portata di mano, nella convinzione che nel medio o lungo periodo possa servire. Avere qualcosa a disposizione sembra sempre meglio di niente. Il vuoto, la carestia, tendono a spaventare e a mettere in crisi la vita stessa.

I prodotti a lunga scadenza, inscatolati, sotto vuoto, sotto olio, sotto sale, sotto aceto, surgelati sono i maggiormente ambiti proprio per la loro proverbiale sicurezza, igiene e durata, anche se in condizioni ordinarie magari non ci sembrano particolarmente appetibili né desiderabili. Al limite si arriva anche ad acquistare ciò che non ci piace pur di vedere il carrello e la dispensa pieni. Tali beni finiranno con il popolare la dispensa e solo in condizioni di vera disperazione o necessità verranno consumati. In caso contrario, la fine quasi inevitabile è il cestino della spazzatura, con gli ammanchi inevitabili per il portafoglio che questo può comportare.

4. Per molti gli acquisti dettati dal panico portano alla povertà

Quando si è in preda a panico, ansia, stress è evidente che spendiamo in modo illogico, irrazionale, istintivo, non spinti da reale bisogno o piacere, ma secondo ragioni più ataviche e primordiali. Per fare fronte al portafoglio che si svuota rapidamente da monete contanti, si fa appello a carte di credito e altri dispositivi di pagamento elettronico di cui in breve tempo perdiamo ogni controllo.

Questo ci induce a sperperare cifre molto più ingenti del previsto in lassi di tempo assai ristretti e per cose che, verosimilmente, neppure ci servono, ci piacciono né magari utilizzeremo, con gravi ammanchi finanziari senza un reale corrispettivo di utilità concreta.

Esistono 3 modi in particolare in cui il panico può accrescere la nostra povertà finanziaria:

inutilizzo, sovrannumero, spreco

Oggi la maggior parte degli acquisti si divide tra centri commerciali, ipermercati e, più di recente, commercio online. Spesso collezioniamo beni di discreta deperibilità che scadano in tempi non ragionevoli per essere consumati da noi, considerata l’abbondanza con cui li abbiamo stoccati. Altri, invece, nel medio o lungo termine si rivelano inadatti a noi, inutili, superflui, circostanziati alle necessità di un istante che è passato da tempo e mai si è più ripetuto, o non con la frequenza e l’intensità che ci aspettavamo, o non si è mai verificato, quindi come tali in sovrannumero o inutile.

spese impreviste

Molti di noi oggi sono in condizioni di difficoltà economiche tali da non essere in grado di affrontare eventuali spese improvvise extra budget. Se si è in preda al panico è molto più facile lasciarsi tentare da spese superflue, inutili, cariche emotivamente ed istintivamente, che poi limitano fortemente la disponibilità economica per tutte le altre reali necessità periodiche.

Gli impulsi incontrollati a spendere, quindi, possono detenere un’onda d’urto ben più ingente e catastrofica rispetto agli effetti immediati, che si possono risentire anche per mesi e magari risultano difficili, se non impossibili, da rimediare.

minaccia per la salute

Quando si è in preda al panico e si perde il controllo delle spese effettuate e dei soldi spesi, in realtà, nel momento in cui ci si rende conto di quanto commesso, ansia e panico possono accrescersi ulteriormente per il senso di catastrofe finanziaria imminente che questo può comportare, per il senso di colpa, autosvalutazione, perdita di padronanza su se stessi e accresciuta insicurezza.

Sperperare soldi in fase di panico, quindi, può veramente contribuire a nuocere anche alla salute fisica e psichica. A sua volta la salute per essere curata necessita di risorse finanziarie con ulteriore aggravio su tale fronte. Si tratta di un circolo vizioso da cui a fatica si riesce a riemergere.

Come evitare che il panico ci renda più poveri

Considerate tutte le implicazioni descritte finora degli effetti che gli acquisti sulla base di vissuti di ansia e panico possono comportare sul portafoglio, le finanze, il corpo, lo spirito potrebbe essere opportuno indicare alcune strategie per evitare di cadere in questa trappola, prima che sia troppo tardi, o, eventualmente, di cercare di riemergere, se se ne è vittime.

Non è facile, in condizioni ordinarie, resistere alle tentazioni, ai molteplici, insidiosi, spesso impercettibili messaggi di comunicazione, posizionamento, marketing che ci allettano quando andiamo a fare shopping. Se il nostro stato emotivo risulta di nostri alterato, se le circostanze che troviamo, le persone che incontriamo avvallano  e accentuano questi nostri stati d’animo diventa ancora più arduo mantenere dei comportamenti di acquisto logici, razionali, equilibrati.

Per evitare di sentirsi in colpa, lamentarsi o punirsi per i nostri acquisti sconsiderati, potremmo magari adottare alcune utili strategie preliminari:

  • apprendere una tecnica di rilassamento o Meditazione al fine di imparare a prevenire o gestire ansia, panico, stress
  • sviluppare la consapevolezza e l’informazione relativa alle tecniche di vendita, comunicazione, marketing di base adottate più di frequente nei punti di vendita in modo da potersene difendere e mantenere, nei limiti del possibile, la propria autonomia decisionale
  • imparare a distinguere a priori ciò che ci serve, ci è indispensabile, ciò che ci piace, ciò che è superfluo, ciò di cui possiamo in assoluto fare a meno
  • stilare una vera e propria lista della spesa, meglio se cartacea, con ciò che ci serve e attenersi il più rigorosamente possibile, non solo per la tipologia di oggetti, ma anche in relazione a qualità, quantità, prezzo
  • riflettere in anticipo sulla propria situazione finanziaria e soprattutto su tutte le implicazioni negative che comporterebbe uno sconfinamento del budget, a livello giornaliero, mensile, annuale.

Anche se non esistono regole valide per tutti per spendere bene e effettuare acquisti serenamente e in modo soddisfacente, è possibile trovare un migliore equilibrio capace di conciliare gusto, necessità, bisogno, piacere, senza pesare troppo sul portafoglio, né rischiare di danneggiare la salute.

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